Lo
spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città rabbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città rabbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
Cesare Pavese
MATTINA
M’illumino
d’immenso
(prima versione:
M’illumino
d’immenso
con un breve
moto
di sguardo)
Giuseppe Ungaretti
“Sentinella, a che punto è la notte?”
La sentinella risponde:
”Viene la mattina, e viene anche la notte.
Se volete interrogare, interrogate pure;
tornate un'altra volta”
Isaia 21,11-12
Non
si può toccare l'alba
se non si sono percorsi i sentieri della notte.
Kahlil
Gibranse non si sono percorsi i sentieri della notte.
Com'e' spoglia la luna, è quasi l'alba.
Si staccano i convogli, nella piazza
bruna di terra il verde dei giardini
trema d'autunno nei cancelli.
E' l'ora fioca in cui s'incide al freddo
la tua città deserta, appena un trotto
remoto di cavallo, l'attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri
in un fruscio di carta.
La tua stanza
leggera come il sonno sarà nuova
e in un parato da campagna al sole
roseo d'autunno s'aprira'.
La fredda
banchina dei mercati odora d'erba.
La porta verde della chiesa è il mare.
Si staccano i convogli, nella piazza
bruna di terra il verde dei giardini
trema d'autunno nei cancelli.
E' l'ora fioca in cui s'incide al freddo
la tua città deserta, appena un trotto
remoto di cavallo, l'attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri
in un fruscio di carta.
La tua stanza
leggera come il sonno sarà nuova
e in un parato da campagna al sole
roseo d'autunno s'aprira'.
La fredda
banchina dei mercati odora d'erba.
La porta verde della chiesa è il mare.
Alfonso Gatto
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SEQUENZA
DELL’ALBA
Non
ho mai consentito a un’alba
di
risvegliare il mondo
senza
il mio controllo da notaio:
enumerare
gli alberi in giardino
prima
che il sole li incalzi;
rassettare
il prato e schierare i fiori in fila;
censire
i cespugli a partita doppia:
tante
foglie cadute e tante nuove.
Tutto
resta in attesa.
Non
ho mai consentito a un’alba
di
presentarsi al mondo
senza
la mia trazione da levatrice:
la
Madre Terra accosciata
espelle
il pallido sole
ancora
incantucciato
nella
placenta dell’atmosfera.
Clampo
il funicolo e mi assicuro
che
il flusso dei vasi s’arresti.
Solo
allora recido il cordone
e
stendo il sole sul largo petto della terra.
Ed
essa affaticata si rallegra
concertando
la vita di suoni.
Non
ho mai consentito a un’alba
di
illuminare il mondo
senza
il mio sguardo da regista:
il
velario si snebbia
e
l’orizzonte si dispiega
tra
le quinte dei miei arbusti.
-Su
con quei fari! Avanti quel tepore!
-Tirate
quelle funi, carpentieri!
-Che
fanno quei profumi che si attardano
nella
molle rugiada?
-Alba,
il tuo corpo rosato
alza
dal letto del tuo vecchio amante!
-Puttana,
da
un pezzo dovresti essere in scena!
Il
gran teatro del mondo
visto
dal mio giardino con questi miei occhi
incede
sul proscenio per me solo!
Fabrizio 9mar12
Non
c’è tempo nel buio,
la
voce non scolora,
la
lingua s’accomoda spinge i denti,
forza
le labbra.
Rigide
conserte braccia e gambe.
Che
l’alba non s’apre e il sole resta un disco
cieco
ingoiato da uno spazio invaso, inevaso.
In
quel luogo dove i baci non si rimarginano
sul
viso stanco è inviso l’amore.
Divide
come un diastema che non è gemma
Salgemma
che brucia e assale.
Tu
chiudi gli occhi e cuci i margini
Sotterri
lembi e palpebre
Con
la punta della scarpa hai schiacciato i passi
Un
calcio alla sfera.
Rigorosa
e sola.
A.M. 2/12/2015 all'alba
Selezione poetica di Fabrizio Sapio, scelte meravigliose, parole scelte con cura nella sua lirica, le immagini sono frutto della suggestione dei versi.
RispondiEliminaAdele le tue parole sono belle e tristi. Giochi con oggetti e parole che fanno scintille. Grazie anche per la bella selezione di immagini evocative. Fab
RispondiEliminaGrazie per questa pagina ricca di poesia; emozione pura. Continuate!
RispondiEliminaNina