(Marc Chagall)
Questa
la sua venuta? lo mi credevo
di trovarmi davanti a un luminoso prodigio,
quale fu narrato un tempo dal grande Iddio
che in pioggia scese, e sbarre infranse, e sopra Danae cadde;
o pauroso, come quando Semele, ammalata d'amore
e desiderio inappagato, chiese di vedere
il chiaro corpo dell'Iddio, e la fiamma
ghermì le bianche membra e la distrusse.
Con tali fantasie al santo luogo volsi il cammino,
e gli occhi attoniti ora fisso e il cuore sopradi trovarmi davanti a un luminoso prodigio,
quale fu narrato un tempo dal grande Iddio
che in pioggia scese, e sbarre infranse, e sopra Danae cadde;
o pauroso, come quando Semele, ammalata d'amore
e desiderio inappagato, chiese di vedere
il chiaro corpo dell'Iddio, e la fiamma
ghermì le bianche membra e la distrusse.
Con tali fantasie al santo luogo volsi il cammino,
questo supremo mistero d'Amore: un'esangue
fanciulla inginocchiata, ignara di terrene passioni,
un angelo che tiene in mano un giglio,
e sopra entrambi le ali spiegate della colomba.
(Oscar Wilde)
(Bartolomeo Suardi detto il Bramantino)
Natale
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
(G.Ungaretti)
(Luca Cambiaso)
Oggi siamo seduti, alla
vigilia di Natale,
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.
(Bertolt Brecht)
(Gustave Moreau)
Io del Natale non ricordo molto
se non una stella e un porto sepolto
che la mia mano s’alzava in su la vetta
mentre mio nonno rubava un’altra fetta
E ancor la cameriera urlante c’avea
nell’occhio il tappo dello spumante!
La zia intanto al freddo e al gelo stava
percossa e inaridita dalla ricerca vana
di mascolina forma umana
Oh che zampogne gonfie
pensavamo noi intonando
il coretto di dolci cherubini
Solo rampogne a noi bambini
E a letto presto mi raccomando!
Così a capo mesto e sconsolati
dello scrittore girgentano assai ispirati
avremmo voluto il verso suo più bello
Ma che Natale era mai quello?
Meglio sparire in sonno
Ci rimaneva or dunque dell’infante il sogno,
il colorito roseo ignaro privo d’ogni bisogno,
e nel gomitolo di strade ormai ammucchiate
ingoiate persino eran le luci
restavano stelle comete dimezzate
un focolare spento e un presepe smontato
che in questo mondo sconquassato
si da più credito ai cretini
si preferiscono alle pecore le capre
e noi?
Facciamo sciopero, restiamo tutti bambini.
Selezione poetica e immagini a cura di Adele Musso e Fabrizio Sapio, Buon Natale AAS!