mercoledì 20 gennaio 2016

Attenzione: contiene poesia!





                                         (Joel Peter Witkin, Las meninas, 1987)
 







Se dico «viole nere» la nostra prima notte
 è quasi abbastanza buia da attrarre la pioggia diurna
 allo scintillio nomade del ricordo e io posso
 tornare lí, portando amore
 all’amore nella stessa stanza dove il suo estremo cuore
 ha ceduto la sua invisibile ambra. È vero,
 lui è in me sempreverde e io ne faccio verde uso
 per amarti a ritroso attraverso la morte
 e di nuovo in vita […] le viole
 di cui ci nutriamo a vicenda petalo dopo vellutato
 petalo per far durare la notte abbastanza a lungo
 perché questo cuore rinnovato si apra a noi nell’oscurità
 di sangue
 fin nella sua piú remota stanza.

 Tess Gallagher 




Lei dice
«Puoi cantare dolcemente
 e arrivare in fondo alla canzone
 ma per raggiungere la terza dimensione
 devi cantarla un po’
grezza, forzare un po’ la melodia. Metterci
 dentro abbastanza forza
 da far scivolare le note. Allora
 succede qualcos’altro. La canzone
 si espande». 

 Tess Gallagher




                                                               Thomas Hart-Benton -1922





Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.
 Non sono un albero con radici nel suolo
 succhiante minerali e amore materno
 così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
 né sono la beltà di un'aiuola
 ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
 senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
 Confronto a me, un albero è immortale
 e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
 dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.

 Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
 alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
 Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
 A volte io penso che mentre dormo
 forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
 con i miei pensieri andati in nebbia.
 Stare sdraiata è per me piu' naturale.
 Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
 e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
 finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.

Sylvia Plath







VERSI PER UNA CAMICIA DA NOTTE ROSSA

No, non proprio rossa,
ma del colore di una rosa che sanguina.
E’ un fenicottero sperduto,
da qualche parte detto Rosa Schiaparelli
e non direi rosa, ma color sangue
caramella cuoricini di cannella.
Ondeggia come mantelli negli impeccabili
villaggi di Spagna. Direi una falda
di fuoco e disotto, come un petalo,
una guaina rosa, tersa come pietra.

Direi una camicia da notte di due colori
e di due falde che fluttuano dalle
spalle le membra fasciando.
Per anni la tarma li ha bramati
ma questi colori sono cinti da silenzio
e animali larvati ma brucanti.
Si potrebbe immaginare piume e
non averne cognizione. Si potrebbe
pensare alle puttane e non figurarsi
le movenze di un cigno. Si potrebbe
immaginare il tessuto di un’ape,
toccarne i peluzzi e avvicinarsi all’idea.

Il letto è devastato da tali
dolci visioni. La ragazza è.
La ragazza spicca aleggiando
dalla camicia da notte e dal suo colore.
Ha le ali legate sulle
spalle come bendaggi.
Adesso la farfalla la possiede,
copre lei e le sue ferite.
Non l’atterriscono
begonie o telegrammi ma
certo questa camicia da notte ragazza,
questa mirabile creatura alata, non si avvede
di come la luna l’attraversi
fra due falde galleggiando.


Anne Sexton



                                                                                Anne Sexton





 Selezione poetica e immagini a cura di Fabrizio Sapio e Adele Musso

4 commenti:

  1. mignazza!!!!! queste sono poetesse che mi piacciono assai assai assai!!
    che poi le leggi e dici, migna, non ci vuole assai per scrivere poesie, e invece la potenza è nell'apparente oralità
    gd

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    1. Le poetesse americane sono certa che ti ringraziano!

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  2. Complimenti e grazie per portare alla luce, poesia e immagini poco conosciute. La mia preferita è la seconda poesia e le sue dimensioni.
    Nina

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