mercoledì 7 ottobre 2015

lo spazio di una volontà di ferro a controllare quel poco del tutto così mal offerto





 
Mio angelo, io non seppi mai quale angelo
fosti, o per quali vie storte ti amai
o venerai, tu che scendendo ogni gradino
sembravi salirli, frustarmi, mostrarmi
una via tutta perduta alla ragione, quando
facesti al caso quel che esso riprometteva,
cioè mi lasciasti.
Non seppi nemmeno perché tra tanti chiarori
eccitati dell’intelletto in pena,
vi furono così sotterranee evoluzioni
 d’un accordarsi al mio, al vostro e tuo bisogno
d’una sterilità completa.
Eppure eccomi qua, a scrivere versi,
come se fosse non del tutto astratto
alla mia ricerca d’un enciclopedico
capire quasi tutto a me offerto senza
lo spazio di una volontà di ferro a controllare
quel poco del tutto così mal offerto.
Amelia Rosselli






Se mi lasci stasera, non dirlo
perché io non spezzi
come infruttuoso conio di moneta
il ricordo della vita
dalle tue labbra.

Se la sera sarà senza sorrisi
e vuoto specchio l’arrogante stanza
sempre pronta a parlarmi dei tuoi usi,
che farò della voce, del mio canto,
con la necessità che ha il canto
di udire, e non di pronunciare parole,
di ascoltare altri canti come sogni?

Sofia P. Bazori



Gli raccontai dell'amore,
ne dipanammo il filo,
del bacio, che ti prende alle spalle,
non ne parlammo mai


Le zagare rubarono l'amaro,
ne tagliammo la scorza delle arance
e delle dita le spine


Aveva preso il succo
nello svolazzo di un orlo e in ogni piega
dove insinuava il fiato


Rigida, lo sguardo oltre il confine
ché il confine è morte
e segnatura incline al vuoto


Gli raccontai di chi era coltello che non tagliava il pane
di una porta chiusa
e di un orecchio sordo


Ne dipanammo il filo
e delle mani che serrano la bocca,
strappano primavere,
no
non raccontammo mai


I tarli trovarono l'uscita
e il legno marcio illuse anche la madre
e il lume e un libro aperto


Rigida e vuota e piena e vuota
lo sguardo fisso che è da lì che il cuore fugge


E' il mio merletto sporco che ti offro,
un peso greve,
che puoi cucirti addosso.

A.M.


(selezione poetica a cura di Fabrizio Sapio e Adele Musso, con la partecipazione pittorica di Marc Chagall)

6 commenti:

  1. Adele senza sapere l'autore, appena iniziata l'ultima poesia mi son detta "questa mi piace di più". Ha più corpo e allo stesso tempo sfugge al lettore che la insegue.

    RispondiElimina
  2. una bella selezione, complimenti... Adele, vedo crescere la tua scrittura e ne sono lieta, ci consegni i tuoi fili, i colori nitidi ci restano sulle mani

    pat

    RispondiElimina
  3. Pagina densa di sentimenti che ci regala tanto. Quadro stupendo.
    Nina

    RispondiElimina