martedì 25 febbraio 2014

PATRIZIA SARDISCO









Nta na gnuni 

Mi vinniru a ittari cca
na matinata
e m’arricordu sulu c’accuminciava ‘a state.
Mi dissiru: papà, è pi n’anticchia,
e hannu passatu rui o tri Natali.


Si ddava mpacciu io un ‘u pozzu diri,
certu ca stava o stessu nta na gnuni
e pinzava
a li me guai e a li me jorna,
chiddi luntani quanno c’era idda.
So matri sì, s’avissi fattu rispittari!
Chidda era na colonna, bedda e o rittu,
u Signuri m’ha livau, chi pozzu fari!
E ora sugnu sulu comu un cane,
e agghiorna e scura e su’ vintiquattr’ure.
Mi dissiru: papà, è un bellu postu,
ma io viu sulu vecchi cu catarru 
e tri nfirmeri ca mi dicinu di “tu”.
Un è ca iu m’affennu, ma veramente
io fici a Guerra, chisti cca cu su’?
Ma a veru guerra ‘a fici poi a me’ casa, 
quannu arristavi sulu cu sei figghi
e mi dicìanu: papà, ‘a mamma unn’è?
Chi ci avìa a ddire: vi metto nto’n collegiu?
E cu l’appi ‘u cori ri lassalli?
A virità a dicìa sempri me patri, 
bon’armuzza:
un patri centu figghi ‘i campa
ma centu figghi un patri, no!


In un angolo

Mi hanno gettato qui
una mattina
e mi ricordo solo che cominciava l’estate.
Mi dissero: papà, è per un poco,
e son passati due o tra Natali.
Se disturbavo io non potrei dirlo,
certo che stavo ugualmente in un angolo
e pensavo
ai miei guai ed ai miei giorni, 
quelli lontani, quando c’era lei.
Loro madre sì, avrebbe saputo farsi rispettare!
Quella era una colonna, bella e capace,
il Signore me l’ha tolta, che posso fare!
E ora sono solo come un cane, 
e si fa luce e buio e son ventiquattr’ore.
Mi dissero: papà è un bel posto, 
ma io vedo solo vecchi col catarro
e tre infermieri che mi dan del “tu”.
Non è che io mi offenda, ma veramente 
io ho fatto la Guerra, questi qui chi sono?
Ma la vera guerra l’ho fatta poi a casa mia, 
quando rimasi solo con sei figli
e mi dicevano: papà, dov’è la mamma?
Cosa dovevo dire: vi metto in un collegio?
E chi ha avuto il cuore di lasciarli?
La verità, la diceva sempre mio padre, buon’anima:
un padre provvede a cento figli,

cento figli a un padre, no!

Patrizia Sardisco

11 commenti:

  1. ho fatto leggere questa poesia a mia madre ieri, quando ha finito mi ha detto: chista sula c'è?
    Giorgio

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  2. Una lacrima sul viso... poesia, emozione, ricordi, realtà, verità. Brava Patrizia!

    Nina

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  3. La poesia è la più "ostica" tra le arti letterarie. Troppo personali sono i suoi sentimenti, le sue parole, le sue emozioni. Ma è anche la carezza migliore che le parole possano dare. Bravi i poeti che quelle carezze le sanno dire.
    Brava Pat.
    Jole

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  4. Complimenti Pat! Quando hai letto questa poesia il 14 febbraio mi sono emozionata davvero tanto!
    valeria

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  5. Complimenti Patrizia. Veramente bella.

    gualtiero

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  6. Mia cara, io sono tra i più fortunati perché c'ero quando ti hanno premiata per lei ed è stato emozionante.
    Vorrei che questa fosse la tua officina ufficiale per tutte le cose belle che scrivi.
    Sei davvero una brava.
    L.I.

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  7. Complimenti Patrizia, mi hai fatto commuovere tanto quando ho sentito questa poesia. Mostra una realtà triste ma molto diffusa.

    Annalisa Balistreri

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  8. Bella.
    E mi ha commosso leggere quella non tradotta, che si capisce e bene.
    Bel battesimo, brava.
    Grilletto

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  9. Grazie, grazie a tutti, è bello esserci con questo lavoro, che è insieme una sorpresa e un augurio. commossa, anch'io per tutti questi complimenti, mi incoraggiano ad andare avanti in questo percorso nel dialetto che mi fa volgere la testa verso voci lontane, estranee e familiari, che insistono per poter dire. Spero di contagiare tanti, spero di poter condividere l'idea che la voce dialettale non è espressione minore ma anzi possiede una capacità di focalizzazione che la lingua egemone spesso fatica a raggiungere. Spero vi sia lo spazio per continuare a parlarne.
    pat

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  10. ciao Patrizia complimenti , molto bella

    Peppa

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