Edward Munch, La bestia, 1901
Morire
è un'arte, come qualsiasi altra cosa.
Io lo faccio in un modo eccezionale
io lo faccio che sembra un inferno
io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho vocazione.
Io lo faccio in un modo eccezionale
io lo faccio che sembra un inferno
io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho vocazione.
Silvia Plath
Triste orto abbandonato l'anima
si cinge di selvagge siepi
di amori:
morire è questo
ricoprirsi di rovi
nati in noi.
si cinge di selvagge siepi
di amori:
morire è questo
ricoprirsi di rovi
nati in noi.
Antonia Pozzi
E cominciammo a parlare,
Guardandoci un attimo, imbarazzati e schivi,
Intristivo nelle lacrime crescenti,
Ma piangere non potevo; e ardevo
Prenderti per mano, se la mia
Non avesse tanto tremato.
La somma facesti quindi dei giorni
Che portavano a un altro convegno,
Benché ognuno sentisse nel cuore
Che appartato andava ormai per sempre.
Il suo d'una campana acuta infittì la stanza.
«Ascolta», dissi. «Batte alta
Come un cavallo in galoppo sopra una deserta strada,
Né meno cruda d'un galoppo perso nella notte».
La morsa delle tue braccia mi fece tacere,
Finché il rintocco travolse il battito dei nuovi cuori.
«Non posso andare» scandì la tua voce,
«Quanto vive di me è qui in eterno».
Così in disparte te ne andasti.
Il mondo era mutato. La campana giunse sopìta,
E sempre più fioca divenne una minuta cosa.
Confidai all'oscurità: Se si ferma devo morire.
Katherine Mansfield
Mille porte fa,
quando ero una ragazza sola
in una grande sala con quattro garage,
una notte d'estate se ricordo bene,
ero stesa sul prato
e sotto di me, increspato il trifoglio,
e sopra, distese, le stelle,
e la finestra di papà, semichiusa,
un occhio da cui passa chi dorme,
e le assi della casa
erano bianche e lisce come cera
e milioni di foglie sbattevano,
come vele sui loro strani gambi
e i grilli ticchettavano tutti insieme
e io, nel mio corpo nuovo fiammante,
non ancora di donna,
facevo domande alle stelle
e pensavo che Dio vedesse veramente
calore luce dipinta e gomiti
ginocchia sogni buonanotte.
Anne Sexton
Edward Munch, Sera sul viale Karl Joahn, 1892
Avevo bisogno di parlare con mia sorella
Avevo
bisogno di parlare con mia sorella
parlarle al telefono intendo
come facevo ogni mattina
e anche la sera quando i
nipotini dicevano qualcosa che
ci stringeva il cuore
Ho chiamato il suo telefono ha squillato quattro volte
potete immaginarmi trattenere il respiro poi
c'è stato un terribile rumore telefonico
una voce ha detto questo numero non è
più attivo che meraviglia ho
pensato posso
ancora chiamare non hanno assegnato
il suo numero a un'altra persona malgrado
due anni di assenza per morte.
parlarle al telefono intendo
come facevo ogni mattina
e anche la sera quando i
nipotini dicevano qualcosa che
ci stringeva il cuore
Ho chiamato il suo telefono ha squillato quattro volte
potete immaginarmi trattenere il respiro poi
c'è stato un terribile rumore telefonico
una voce ha detto questo numero non è
più attivo che meraviglia ho
pensato posso
ancora chiamare non hanno assegnato
il suo numero a un'altra persona malgrado
due anni di assenza per morte.
Grace paley
L'isola dei morti, Arnold Boklin 1886
selezione poetica e immagini a cura di Adele Musso e Fabrizio Sapio
Una botta di allegria! Ahahahah Complimenti per la selezione poetica e per le immagini. La morte è un tema difficile a cui pensare anche perché possiamo immaginare solo la nostra e spesso soffrire per la morte di cose o presone a noi care. Mi piace pensare che sia l'inizio di altro, una "trasformazione" o la chiusura di un ciclo che porta altro. Alla prossima!
RispondiEliminaNina
Nonostante il tema non allegro ti abbiamo strappato una risata, mica male come risultato!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaLe mie sentite condoglianze, anche per i quadri. FAB. NB: devo confessare che anch'io ho provato a usare il telefono come la Paley. FAB
RispondiEliminaAnche io...e nn solo una volta...e nn solo con una persona.. le voci mi mancano molto, come i profumi (che nn si possono conservare) bella selezione e bellissime immagini. Bravissimi
EliminaAnche io...e nn solo una volta...e nn solo con una persona.. le voci mi mancano molto, come i profumi (che nn si possono conservare) bella selezione e bellissime immagini. Bravissimi
EliminaHai fatto bene e metterle in quest'ordine. Le prime sono propiziatorie all'ultima dell'elenco, che trovo, che trovo ... si può parlare anche di intelligenza in poesia? Stavolta non ce n'è una tua?
RispondiEliminaGrace Paley è una poetessa straordinaria, sorprendente, conto di farvela conoscere ancor di più. Di mio oggi, soltanto la passione per la lettura, grazie per il tuo affacciarti a questa nostra finestra Pippo.
EliminaLa morte è una compagna con la quale si deve pure parlare ogni tanto, lasciarla all'angolo non serve; lei arriva e ti bussa alle spalle, e devi rispondere, in qualche modo, devi farlo.
RispondiEliminaSFIGUREREI TRA I MORTI
RispondiEliminaOggi sfigurerei tra i morti.
Se mai fosse giunta la mia ora
e incrociassero la braccia sul mio petto
e intrecciassero la coroncina tra le mie dita,
la mia anima si ribellerebbe
e con furore e stizza riuscirebbe
a scomporre tale posa.
Intorno sentirei voci impressionate
“Chi l’ha mossa? Chi l’ha mossa?”
Mentre io, come vento impetuoso,
soffierei sopra le mie palpebre già chiuse
fino a spalancarle nuovamente.
Tutti fuggirebbero, spaventati, atterriti,
ma non colui che amo e sempre ho amato.
Accanto a me lo troverei e, ancora innamorata,
dentro i suoi occhi cercherei la vita!
Per questo oggi sfigurerei tra i morti,
perché il mio viso non avrebbe l’aspetto
remissivo di chi confida nell’eterna pace.
Sì, sfigurerei tra i morti perché
alla morte, oggi, sì tanto facilmente
non mi arrenderei.
Adelaide J. Pellitteri
Non ho saputo trattenermi dall'inserire questa mia poesia nei comment. Tra quelle pubblicate oggi trovo bellissima quella di Antonia Pozzi. Sono tutte bellissime.
Il vostro lavoro è sempre ammirevole
E' molto bella Jole, hai fatto bene, son versi che si sposano con gli altri magnificamente. Grazie
Elimina