Chagall
Se facessimo un conto delle cose
che non tornano, come quella
lampada
fulminata nell'atrio alla
stazione
e il commiato allo scuro,
avremmo allora
già perso, e il secolo altra
luce esplode
che può farsi per noi
definitiva.
Ma se ha forza incisiva sulla
nostra
corteccia questa pioggia nel
parco
da scavare una memoria -
compresente
il piano d'assedio cittadino in
tutto il quadrilatero -
e curiosi dei pappagalli un
imbarazzo
ci rende, per un attimo,
dicendoti dei fili di tabacco
che hai sul labbro, e perfino
una scoperta
abbiamo riserbata: anche a te
piace
camminare? (e te non stanca?
che porti
tacchi alti, polsi, giunture
fragili
che il mio braccio trova a
fianco,
il tuo fianco, le mani provate
sopra i tasti
milanese signorina)
se ci pare che quadri tutto
questo
con l'anagrafe e il mestiere,
non il minimo buonsenso
un taxi se piove / separé da Motta
Ginepro e Patria / poltrone
alla prima
ci rimane, o dignità, se
abbiamo solo in testa
svariate idee d'amore e
d'ingiustizia.
Elio Pagliarani
Renato Guttuso, Le dattilografe
Il doppio sguardo
Quante volte si è detto
il mondo deperisce.
Quante volte si è detto
il mondo fa naufragio.
Dovremmo misurare meglio
le parole: ché il mondo
deperisce eppure ingrassa;
e mentre naufraga galleggia.
È questa la fatica
a cui siamo vocati: sostenere
un doppio sguardo, capace
di fissare in faccia la rovina
e assieme la lamina di sole
che accende ogni mattina.
Franco Marcoaldi
Nicoletta Tomàs
Alì dagli Occhi
Azzurri
uno
dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a
vela e a remi. Saranno
con
lui migliaia di uomini
coi
corpicini e gli occhi
di
poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti
coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a
milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
" Ecco i vecchi fratelli,
coi
figli e il pane e formaggio!"
Da
Crotone o Palmi saliranno
a
Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col
germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili
essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per
implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in
un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai
massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie...
Pier Paolo Pasolini
Come muore un poeta?
Su un letto di pietre e
fango,
la bocca spaccata dalla
ghiaia.
Il freddo ritrae lumache, snida
vili e coltelli,
Bastano i pugni e una
spranga
Le mani in tasca, gli
occhiali,
i capelli di celluloide.
Sulla strada, sotto ruote
disegnarono rughe
come se le tue non
bastassero
Frantumarono ossa e profezie
La pioggia lavò, riscrisse il
corso
Cosa prova un poeta mentre
muore?
La corda un nodo un coro, un
ciack
il nero abito di una madre.
Appeso, come se così gli
cuciste la bocca,
o bastasse strappare lingue
per tacere.
È bruma la torbida veste di
censori
che la d è minuscola, dio
non va a capo
a capo chino oh, mio giovane
poeta
ché la morte è destino della
verità
l’ultimo verso lo leggeranno
sul corpo strappato.
Adele Musso
Selezione poetica e immagini a cura di Fabrizio Sapio e Adele Musso
Adele la tua poesia è bellissima, di grande acutezza e immedesimazione. Brava, bella lattina tutta italiana. FAB
RispondiEliminaGrazie Fab,grandissimi autori quelli che mi precedono.
EliminaIo penso sinceramente che un poeta non muore mai. La poesia del Pagliarani e della Musso sono per me le più belle estorsioni.
RispondiEliminaEmanuele Scaduto
mi onori, ma tu mi vuoi bene, si sa.
EliminaPagina ricca di sentimenti "a misura", quante riflessioni! Il doppio sguardo ha vinto! Ci provo! Complimenti per il lavoro poetico!Condivido!
RispondiEliminaNina
Bravissima Adele, sono d'accordo con Emanuele, un poeta non muore. Un'altra carrellata di poesie delle quali è impossibile dire mi piace più questa o quest'altra, ognuna, con i suoi remi, e mi ha portata lontano. Un applauso ai curatori di questa magnifica lattina.
RispondiEliminaGrazie Jole, un poeta non muore mai e il suo corpo è solo un verso in più.
Elimina...eppoi venne lui, il sempre irato,contro la corrente, magro di dolore,
RispondiEliminafatemi dire che io preferisco Pasolini, le sue corde mi legano stretto il cuore.