martedì 25 marzo 2014

Antonio Siddiolo

ELEFANTE
Grigio dalle forme strane
sembra la notte prima di svegliarsi,
e quelle orecchie piene di parole
sembrano accogliere un monte di fiori,
sembra la fortuna che è, sì, cieca, 
ma stracolma di insidie,
e una giornata è lunga 
come la sua proboscide
quando piove.


Sembra il fumo che svolazza,
la carne debole e lontana,
guardare seduti all'orlo del burrone
e imparare a cadere
anche da un punto tanto alto.
La carne debole, 
la voglia scoppia tra le zanne
e un fiacco sorriso
scolpito su quelle rocce.

Con una stella al collo
il bello è quello:
tu non soffochi
e impari a guardare
fuori dalla finestra,
coi capelli rossi 
e una solitudine bugiarda
di discorsi troppo nascosti.
Coi capelli rossi
e Atlantide negli occhi.

-



TITOLI DI CODA
Le ringhiere che recintano i palazzi 
potrebbero contenermi?
Urlerei troppo per permetterlo!
Voglio il cielo e il tuono,
la pioggia fitta sul viso,
saltar via nel cielo grigio di scirocco
e abbattere le atmosfere,
aprire dibattiti su scelte poco convenzionali
e staccare la coda al mio annuncio affranto,
triste, corpo stanco.
Io muoio e risorgo come il tuo dio,
senza pensarci, senza motivi eccitanti,
se non quello della folle corsa all'armi per la libertà.

Le mani della gente che bigotta brama al buio,
potrebbero vietarmi di vedere?
Sono troppo folgorato per aprire gli occhi!
Datemi il silenzio, datemi la banalità,
costruirò cattedrali per la mia vedova
e le darò dei titoli di coda degni di una lucertola,
dello sforzo di una bugia,
della forza di passarci addosso.
questo è lo strazio dei poveri, degli uomini:
l'indifferenza.

Potresti, tu, guardarmi negli occhi adesso?
hai il rimorso che ti lecca le labbra,
non sai se stringergli la gola 
o aprir le gambe ed invitarlo.
Hai tutto in mente, 
ogni istante è troppo 
e negli occhi..
negli occhi, 
l'oblio.

-

I RIFLESSI DELLA MENTE
Alle sei del mattino
il cielo sembra una tana.
Ha le mura soffici come un coniglio,
un cuore piccolissimo
e si trasforma.

Nebulosa di pensieri,
attoniti pensieri,
con tonalità d'azzurro e di grigio
e libertà d'aggrovigliare ogni nuvola 
e vedere fino a un cavalluccio marino
od un elefante.
Così tanti animali,
cose, catastrofi,
che sembra una città.

C'era una volta a stella
sotto la quale passavano tante persone,
anche alla luce della luna
e non avevano paura
dello schiaffo salmastro
ma, anzi, se ne prendevano il vento:
vele spiegate con la testa verso l'alto
in un tempio di illusioni
adagiate con grazia,
come il fumo di una sigaretta si propaga,
volando nella mente umana
insieme ad Erebo e sua sorella Notte,
e come loro, figli di Caos.

-

SETTEMBRE
Finalmente sei tornata,
vestita di grigio
e sei tornata come lei
a settembre,
quando il principe del freddo
torna al suo regno,
a snidare foreste di foglie appese.

Lei, che non ha idea alcuna
di come si faccia l'amore
e, perennemente bagnata,
s'asciuga le mani mentre piove.

-

VITA MIA
Oh, mia malattia,
esplosione decentrata,
patologia d'escamotage 
degli ultimi quindici secondi.

Tu, vita mia,
germe che bruca le mie vene,
mia vergine santa,
colore e musica,
numeri e lettere mai consegnate.
Madonna di tutti i peccati,
succhia il midollo
e strappami un giorno alla volta.

La parte più importante 
di un cielo così nero,
che non risalta mai
ad occhio nudo,
in cui, quindi, 
tutto sembra uguale a mai
se non rimarchi gli occhi
con una matita.

Per me, per sempre sarai
il sorriso più ricco di denti,
la più bassa statura
che si sbilancia sui tacchi,
l'ago della siringa
che sprizza una bella anestesia,
l'erotico movimento
di un ciuffo che ti danza sul naso.

Vita mia,
tra le tue gambe
le mie labbra secche
e la voglia di bere 
quanto mi pare,
quando morirai.

-

LA SOTTANA DELL'AMARO
Architrave intravede sogni
ogni giorno che passa,
dall'alto delle gambe
un archetipo di donna,
di bontà che cuoce il sangue.
Apre gli occhi a una risata
che rinfaccia libertà,
da costrizioni, da legami,
praticamente la verginità:
della vita,
dell'insulso bagnarsi
tra la folla ingelosita,
e un abbagliante candore di denti
sfigura l'altra parte
che di male niente pensa, 
ma di carne ne risente,
a cui molto probabilmente
non importa proprio niente.
Che si strappano parole dai bicchieri,
che ne sanno di mutismi e sottintesi
e per le mani han soltanto censimenti
di persone che disturbano i presenti:
abbietti, noiosi, ignoranti, irrispettosi
della pelle altrui,
ipocriti, perdenti.
Che per un po' di tranquillità
tra le sottane dell'amaro
fan l'amore come i vecchi,
a dirsi che hanno avuto troppo
e che hanno perso i denti.
La notte è consigliera
di baracche è burattini,
chi trattiene i fili
è un buon pensiero
che conosco, ma che per sempre
dentro al petto terrò nascosto
e, se mai un giorno, la mia bocca
morderà il tuo orecchio,
tienilo tu questo segreto,
scrivilo, rammentalo,
ma proteggilo silente.
Ogni orgoglio si suicida,
e la punta si sfracella
come punta di matita;
bianco e nero
e un po' di vino,
poco tempo
è già mattino.


-
Antonio Siddiolo, musicista e poeta palermitano

9 commenti:

  1. Le poesie non si possono leggere come una prosa, hanno bisogno del triplo di tempo per essere capite, soprattutto se si tratta di un autore che non si conosce, le poesie sono segreti da svelare e non a tutti a volte pur rileggendo riusciamo a scoprirli. Per questo vorrei che ne pubblicaste qualcuna in meno, per assaporarle meglio. Quelle che mi sono piaciute di più sono state "I riflessi della mente" e " La sottana dell'amaro". Magari anche le altre avrei trovato bellissime,ma non ho il tempo di rileggerle come vorrei, così come andrebbero lette le poesie. Quindi devo andare al primo impatto. Belle davvero.

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  2. Sono d'accordo, una poesia alla volta per avere il gusto della lettura vera. Mi piace molto 'la sottana dell'amaro' per la voluttà di forma e contenuto.

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  3. La poesia come dolce consolazione quando viene sera. Una stilla di miele sulle labbra prima d'addormentarsi. Belle e da rileggere, una al giorno.

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  4. Sono anch'io d'accordo con le precedenti lettrici: una poesia alla volta!
    Chi di poesia ne capisce vuole degustarla come un buon vino, chi invece non ne capisce, quando si vede davanti tutte queste poesie, semplicemente si confonde, ecco, io appartengo a questa seconda categoria. Ad ogni modo ce l'ho fatta a leggerle e fra tutte mi sono piaciute Elefante, Settembre e Vita mia.
    Alla prossima con una sola poesia.
    L.I.

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  5. Sono belle belle le tue poesie, con una stella al collo e Atlantide negli occhi.

    Nina

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  6. Siddiolo ha l'umiltà e l'intelligenza di arrivare a scrivere, un giorno, grandissime cose. E' giovane ed è dentro un percorso creativo di alto livello. Sappiatelo :)

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  7. Caro Siddiolo sono belle. Belle più di quanto si possa. La ricerca è tanta. Riesci meglio nell'ultima: per musicalità. Rime. Fa proprio andare come una musica. A rileggerti, anche di queste. Come tutti credo che siano da rileggere

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  8. Antonio, mi piace come scrivi, già te lo dissi... fra me e te: alcune di queste poesie le hai concepite come canzoni o sbaglio?
    pat

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  9. Argh, mi sa che non sto rispondendo in tempo. Ciao a tutti, grazie a tutti.

    @Pat, io sono principalmente un musicista, scrivo i testi per il mio gruppo e oltre a cantarle ci suono la chitarra, capita pure che ogni tanto spari qualche cazzata. Non sbagli, tutto ciò che scrivo nasce così :)

    Queste son vecchie poesie, se ce ne saranno delle altre, verranno pubblicate una per una. Buongustaie! :P

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