Più e più volte mi chiesero,
mentre mi pagavano birra o vino,
prima a Peoria e poi a Chicago,
Denver, Frisco, New York, dove vissi,
perché mai divenni una ragazza di vita,
e come avessi cominciato,
Bene, dicevo, per un abito da sera,
e la promessa di matrimonio d’un ricco signore —
(era Lucius Atherton).
Ma le cose non stavano così.
Immaginate che un ragazzo rubi una mela
dal cesto del droghiere,
e tutti incomincino a chiamarlo ladro,
il giornalista, il prete, il giudice e tutta la gente —
“ladro”, “ladro”, “ladro”, dovunque vada.
E non può avere un lavoro, né procurarsi il pane
se non rubando, perciò, quel ragazzo ruberà.
È come la gente considera il furto della mela
che rende il ragazzo quello che è.
Edgar Lee Masters
Spoon River Anthology, 1915/1916
Canto
Ti vidi nel tuo giorno nuziale
e t’invase una vampata di rossore,
quantunque felicità ti brillasse d’ intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
E il baleno che s’accese nei tuoi occhi
(quale ch’ esso fosse per me),
fu quando alla Beltà di più conforme
potesse svelarsi alla mia vista dolente.
Fu quel rossore, credo, pudore di fanciulla –
e ben si comprende che così fosse.
Ma un più fiero incendio quel baleno
sollevò – ahimè! – nel petto di colui
che ti vide nel tuo giorno nuziale,
allorché ti sorprese quell’acceso rossore,
quantunque felicità ti brillasse d’intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
Edgard Allan Poe
Egon Schiele |
Andante, ho capito che il risveglio sarebbe stato
cosa da poco tra le tue gole
avvizzite e tuttavia squadrate di una pace che torce;
il vischio freddo ti cala dalle labbra e dovresti
recitare
una buona assicurazione e fare la commessa
con la torta in mano e una bibita che, qui lo dico,
dovrebbe soddisfare ferri di spuma enciclopedica
e grossi buchi che
sgorgano
nella pudicizia dei tuoi peli fieri
di una soddisfacente sete tessitrice di palazzi ciechi
oppure
nelle file degli spazi arrugginiti da prezzi spaziali,
dotati di mascella filiforme
eppure orcheggiante di un porco che ti
suona;
ci sono suoni tutt’intorno e sulla punta
della pazzia stretta e dello spruzzo che cerchia dallo
spavento
ciechi corvi stanno dappertutto,
fortemente folgorato
e infine
la sicurezza che rampa dove i manufatti umani stanno
cadendo
che è per la grossa fretta di mangiare un panino al
miele o
addirittura frugare tra i vestiti gracchianti
di ghetto bianco e un ululato storto
non basta per rendere in definitiva una cena frigida e
priva in ogni punto
di una rottura che sbatte e sventola la bandiera dei
cani che
trombano.
Emanuele Scaduto
È responsabilità del poeta essere donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
a distribuire poesie e volantini scritti
meravigliosamente
e anche volantini che non si possono guardare
per la loro retorica altisonante
È responsabilità del poeta essere pigro perdere tempo
e fare profezie
È responsabilità del poeta non pagare le tasse di guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri d’avorio
bilocali su Avenue C
campi di grano saraceno e basi militari
È responsabilità del poeta uomo essere donna
È responsabilità del poeta donna essere donna
È responsabilità del poeta dire la verità al potente come
affermano i Quaccheri
È responsabilità del poeta imparare la verità da chi non
ha potere
È responsabilità del poeta ripetere sempre: non esiste
libertà senza giustizia cioè giustizia economica e
giustizia in amore
È responsabilità del poeta cantarlo su melodie originali e
su quelle tradizionali degli inni e dei poemi
È responsabilità del poeta ascoltare ogni diceria e
riportarla come i narratori diffondono la storia della vita
Non esiste libertà senza paura e senza coraggio non
esiste libertà a meno che terra e aria e acqua sopravvivano
e con loro sopravvivano i bambini
È responsabilità del poeta essere donna tenere d’occhio
il mondo e gridare come Cassandra, ma per essere
ascoltato questa volta.
Grace Paley
selezione poetica e immagini a cura di Adele Musso e Fabrizio Sapio
La lattina di questa settimana è una magia di parole (ben scelte) e di immagini (abbinate con sapiente cura). Mi stupisce constatare come questa sezione sia in crescita continua, settimana dopo settimana, ma così è. Nn so chi decida i titoli della selezione, ma li trovo sempre azzeccatissimo.Grazie x questi 10 minuti di gioia del mercoledì mattina
RispondiEliminaLa lattina di questa settimana è una magia di parole (ben scelte) e di immagini (abbinate con sapiente cura). Mi stupisce constatare come questa sezione sia in crescita continua, settimana dopo settimana, ma così è. Nn so chi decida i titoli della selezione, ma li trovo sempre azzeccatissimo.Grazie x questi 10 minuti di gioia del mercoledì mattina
RispondiEliminaGrazie a te Monica, regalare gioia è riceverne altra in cambio è magnifico.
Eliminami scappò un accento, e riceverne, naturalmente. :-)
EliminaLattina poetica che oggi ha un significato profondo (e nel mondo triste). Il grido di Cassandra verrà ascoltato.
RispondiEliminaLe voci di poeti come Emanuele ci salvano dal rumore del silenzio.
EliminaLe voci di poeti come Emanuele ci salvano dal rumore del silenzio.
EliminaSono rimasta molto colpita dalle immagini legate alle poesie: donna decapitata con testa che fluttua, signor lo sicco che tiene trombone ...ahahahah e una tizia sorda a causa di due affari ( mi sembrano due conchiglie )che le tappano le orecchie, e infine una ragazza a cui la bordurina ricamata della tenda che si stacca attraversa la bocca. Immagini forti che evidenziano un disagio dei sensi in un originale scelta tematica di poesie e foto. Vi leggo sempre con curiosità, alla prossima!
RispondiEliminaNina
Sono frastornata e convinta...
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