Giorni duri, questi di Milano:
pieni di pioggia e di indefinite malinconie.
Le illusioni che per tanto tempo
ho cullato ed accarezzato
nei meandri dei pensieri più miei,
oggi mi rimbombano nell’anima
Qui avverto la fatica di
un quotidiano vivere sconosciuto;
ma lo stesso trascino,
caparbiamente la mia,
agli altri strana ed impopolare,
esistenza,
tra le fessure di un irriducibile
muro di gomma.
Ricordo quelle lievi e tranquille gocce
di quotidiana sicilianità che,
dopo brevi parentesi,
mi riconducevano,
non traumaticamente,
ad un ritmo già mio,
proprio della mia naturale esistenza,
che è commensuratamente
banale e speciale.
Ora so che la vita trascorsa
non fluisce,
essa rimane attaccata
al pezzo di tempo a cui è appartenuta
e in cui è vissuta:
è una piccola tessera
di un relativamente
grande mosaico.
La vita passata
non si amalgama
con altri pezzi di esistenza,
né si mescola,
come i colori di un quadro.
Non portiamo con noi,
durante il nostro divenire,
ciò che è stato,
ma semplicemente il suo ricordo che,
diviene più dolce e ovattato
man mano che
un indifferente presente
ci conduce verso
un indefinito futuro!
Milano, Settembre 1998
Eh, la sensazione di confusione l'ho avuta anche io quando sono stato in Africa. C'ho messo giorni a capire il perchè di molte cose. E però tutto il carico emotivo che si ha quando si visitano posti nuovi e quando si pensa di doverci rimanere, è una cosa che non si può evitare, anzi, è un senso di confusione piacevole quasi (ma ce ne rendiamo conto soltanto dopo, ovviamente)
RispondiEliminaLa mia non era confusione, ma vera e propria fatica di vivere.
EliminaAdesso la ricordo con nostalgia, Milano.
Grazie FedericoMoccio.
L.I.
yeeeee !!!!!! non leggo mai prima chi scrive mi piace indovinare, ma a te non ci sarei mai arrivata, che bella sorpresa, mi piace tanto, è un bianco e nero che da volume alle parole è uno scorrere di immagini forti e un fluire nostalgico che ti prende dentro .
RispondiEliminapeppa
Grazie Peppa, ancora oggi quando leggo questa poesia mi viene una specie di magone allo stomaco.
EliminaCredo che si evinca la mia emozione nel ricordare Milano, per questo forse risulta un'opera densa.
L.I.
La vita di prima è solo un ricordo, lei non si amalgama non si mescola. Mi piace molto la tua poesia.
RispondiEliminaIl muro di gomma impenetrabile e allo stesso tempo indifferente. Brava
Ciao Jole, un "mi piace" detto da te ha il suo valore: tu sei una poetessa!
EliminaCon questa poesia ho cercato di esprimere un mondo e un turbinio contrastante di emozioni.
Grazie cara.
L.I.
Non sono mai stato a Milano, e quel muro di gomma non so in che zona si trovi. Forse è lo spaesamento, il primo impatto con un ambiente diverso da quello abituale, può succedere dovunque, anche non troppo lontano da casa. Lucia, ti ritrovo con piacere in ogni variante delle forme letterarie conosciute e sconosciute, poliedrica e multidisciplinare. (emoticon di gomma)
RispondiEliminaSi, è proprio come dici tu: è lo spaesamento di una condizione diversa da quella abituale.
EliminaPrendo il resto come un complimento.
Grazie.
L.I.
Lo era di sicuro. (emoticon spaesello)
EliminaRai, sei un gran tesoro!
EliminaLuce.
Io sono stata a Milano e non mi sorprende che ti abbia suggerito sensazioni così piene di malinconia. La nostalgia della terra d'origine, la fatica del vivere che sbatte su un muro di gomma ha un impatto forte per chi legge. Mi piace molto la parte finale dove trasformi gli istanti in ricordi di ciò che è stato come in una foto. Brava Luce!
RispondiEliminaNina
Grazie Nina, hai colto quella parte della mia vita milanese che, penso, porterò sempre con me.
RispondiEliminaLuce.
Questa Lucia è una rivelazione, i contenuti di questa poesia hanno un'amarezza sottile dietro un linguaggio quotidiano, quasi dismesso.. una cosa sola: io avrei messo gli aggettivi dopo i sostantivi
RispondiEliminagd
Sempre ad appuntare: niente niente avresti dovuto fare il sarto?!
EliminaGrazie maestro.
L.I.
Si percepisce la difficoltà di un vivere, quello estraneo e diverso di un luogo difficile. Come un muro di gomma che ti respinge anche se si cerca di penetrarlo. Mi piace quell'immagine del ricordo che si forma mentre si va verso un indefinibile futuro. Perchè alla fine diventa ricordo grazie alla perseveranza di non farti schiacciare.
RispondiEliminaTant'è vero che adesso ho un dolcissimo ricordo di Milano.
EliminaMa io sono un caterpillar!
Grazie Cla.
L.I.
cara, carissima Luce,
RispondiEliminaè cominciato tutto da questa poesia, il nostro colloquio letterario e la nostra amicizia, la prima volta che la lessi era già stata pubblicata in una importante antologia nazionale. E mi innamorai subito di questo sguardo franco e sereno con cui ti muovi nella vita, fluida, greve, dolce o di gomma che sia. C'è molto di te in questo lavoro, adesso che ho il privilegio di conoscerti meglio lo avverto più che mai, e non solo in termini autobiografici ma nella weltanschauung che esprime al di qua della semplicità apparentemente inoffensiva del tuo lessico: forza, misura, tensione e onesta ricerca di senso nelle piccole grandi cose della vita.
grazie, a rileggerti
pat
Grazie a te, sempre e di tutto, mia carissima amica.
EliminaLuce.
E' la memoria il segreto del nostro vivere, è capace di prendere un muro di gomma e renderlo una parete colorata e inoffensiva. La sensazione è ciò che resta ma mai immutabile.Sono in sintonia con Patrizia quando dice parla di " tensione onesta che può soltanto apparentemente essere ingannata dal lessico "semplice", ma come è difficile essere e diretti e comprensibili, beh tu ci riesci bene.
RispondiEliminaGrazie Adele, ho tanti difetti ma non quello dell'onestà!
EliminaA presto.
L.I.
la nostalgia è un male di vivere che può guarire solo quando torni.Ricordi il profumo che c'è quando varchi il parco della Favorita? Lo avvertiamo solo quando siamo lontani.bella poesia,e te lo dice una che la poesia non la capisce mica tanto......
RispondiEliminaCiao Floriana,
RispondiEliminaè un male di vivere la nostalgia, si, proprio l'altro giorno mi offrirono una caramella al miele che non assaporavo da più di trent'anni: la stessa confezione, la stessa forma di quelle che vendeva mia mamma, sfuse dentro le ampolle di vetro ... insomma mi colse una nostalgia dei miei anni bambina che quasi mi mettevo a piangere ... starnamente non ricordo le sue sgridate quande cercavo di prenderle di nascosto per distribuirle ai miei amici del quartiere.
Grazie per il tuo commento.
L.I.